Giorgio Castriota Scanderbeg
Premessa
Raccontare la storia di Giorgio Castriota Scanderbeg attraverso un meccanismo omologato di finzione cinematografica è praticamente impossibile.
Le gesta, l’epopea, la figura immensa di condottiero e di uomo politico, fanno del Castriota qualcosa più vicino all’eroe ed al semidio, ostacolando di fatto l’approccio ‘razionale’ da parte di noi contemporanei.
Egli visse nei tempi e nei luoghi in cui la Storia dell’Occidente si scontrava con il pericolo incombente dall’Oriente.
In quel territorio a metà strada tra Roma e Costantinopoli, tra gli interessi di varie potenze, alle prese con l’inaffidabilità congenita delle sue stesse disperate popolazioni.
Ecco allora la chiave: leggere tutta la vicenda storica del Castriota come un pretesto.
Per cui derivare dai capitoli esistenziali del personaggio la stesura definitiva del testo cinematografico.
12 capitoli in tutto, per sei luoghi, con una piramide narrativa che vede al centro il protagonista Scanderbeg, attorniato dai comprimari, nonché da alcuni personaggi emblematici quali partecipi della sua vicenda umana.
L’idea
La storia comincia quando Castriota ha 44 anni.
Nel momento in cui egli si deve sposare.
Ma nel momento in cui pure le incombenze pubbliche e militari si fanno pressanti, ineluttabili per il destino della nazione albanese.
Preso dal tormento delle decisioni, che l’agiografia ufficiale non poteva che archiviare come rapide ed immediate, il film ci porta a navigare dentro quel grande universo di luci ed ombre che è l’animo di un uomo, che casualmente qui è anche immenso.
Il racconto cinematografico, avvalendosi di una griglia di tipo teatrale, potrà intersecare diversi momenti della vita reale, assemblati per capitoli.
La storia porta, per percorsi non cronologici, fino alla fine del destino del Castriota.
L’epilogo è comunque la morte, quel 17 Gennaio del 1468, a 63 anni.
Gli occhi del mondo si spensero.
Il suo cavallo morì di crepacuore, poco dopo.
Noi sapremo della morte dell’eroe vedendo il destriero abbattersi al suolo.